Dermatite e infiammazione delle mucose: come curarle

L'INFIAMMAZIONE DELLA PELLE DELICATA

CHE COS'È L'INFIAMMAZIONE DELLE PALPEBRE

L’infiammazione della pelle (dermatite) delle palpebre è una condizione comune che provoca secchezza, prurito e irritazione e, a volte desquamazione, della pelle sulla palpebra o attorno alla palpebra. Può essere dovuta ad un eczema, alla psoriasi o alla dermatite seborroica sulle palpebre, oppure quando la causa è un allergene o una sostanza irritante, viene chiamata dermatite da contatto palpebrale.

QUALI SONO LE CAUSE

La dermatite palpebrale include le sottoelencate forme, dovute principalmente alle seguenti cause:

Dermatite Seborroica (DS): è un'infiammazione delle regioni cutanee a elevata densità di ghiandole sebacee ad esempio volto, palpebre, cuoio capelluto di cui non è nota la causa ma sicuramente è correlata ad alcune specie di Malassezia (un normale lievito della pelle). E’ in grado di causare prurito, forfora e desquamazione untuosa giallastra all'inserzione dei capelli e sul volto e talvolta nella zona perioculare (palpebre).
Dermatite irritante da contatto (DIC): causata dal contatto diretto con sostanze che danneggiano lo strato superficiale della cute (epidermide), come saponi e detergenti o altri agenti chimici.
Dermatite allergica da contatto (DAC): causata da una reazione allergica che porta a infiammazione della pelle come, per esempio, il contatto con gli acari presenti sul cuscino, o con metalli come il nichel, o con alcuni prodotti cosmetici non anallergici.
Dermatite atopica (DA): è un eczema dovuto principalmente a un difetto della funzione di barriera della pelle per cause non del tutto note e può colpire anche la zona delicata intorno agli occhi comprese le palpebre.

COME PREVENIRE L'INFIAMMAZIONE DELLE PALPEBRE

Data la variabilità delle cause scatenanti l’infiammazione delle palpebre sarà necessario seguire tutti o alcuni dei rimedi preventivi qui sotto riportati.

Non grattare o sfregare le palpebre poiché potrebbe causare un aggravarsi dei danni alla pelle particolarmente delicata della zona perioculare ed aumentare i rischi di infezione micotiche o batteriche.
Fare attenzione alla dieta seguita, in quanto alcuni alimenti possono far riacutizzare la sintomatologia della dermatite atopica. Meglio sempre consultare un medico prima modificare significativamente le abitudini alimentari.
Tamponature fredde o calde possono alleviare la sintomatologia pruriginosa.
Utilizzare prodotti topici specifici per le zone della cute più delicate per ridurre il bisogno di grattarsi e ripristinare l’equilibrio della pelle.
Evitare idratanti contenenti formaldeide, lanolina, parabeni, fragranze profumate che possono causare ulteriori irritazioni alla pelle.
Proteggere gli occhi e la zona perioculare dagli agenti irritanti con l’uso di occhiali.
Utilizzare prodotti topici idonei sulle palpebre ogni giorno può impedire lo sviluppo dei sintomi.
Utilizzare detergenti delicati, senza tensioattivi aggressivi e senza profumazioni.
Limitare l’uso del trucco nell’area sensibile degli occhi preferendo sempre e comunque marchi ipoallergenici.

LA DIAGNOSI

È sempre utile procedere attraverso visita medica per escludere dermatiti irritative, tossiche e infettive e disporre di esami allergologici per determinare l'allergene responsabile della reazione come i prick test, patch test e rast sierici.
Sebbene meno precisa, può essere possibile un’autodiagnosi della dermatite delle palpebre, se la causa è ovvia (ad es. il cambio di un sapone o di un prodotto cosmetico cui segue, immediatamente, lo svilupparsi della sintomatologia), in quanto effettuando un po’ di prove si può arrivare ad identificare, e quindi eliminare, il potenziale fattore (o l’associazione di potenziali fattori) scatenante, non dovendo così ricorrere a cure farmacologiche.
Viceversa, qualora la causa non fosse ovvia, è sempre meglio consultare uno specialista per intraprendere il percorso diagnostico migliore vista la multifattorialità della patologia stessa.

IL TRATTAMENTO

Come già evidenziato nella prevenzione, un ruolo fondamentale nella terapia della dermatite palpebrale è rappresentato dalla riduzione immediata del prurito, per evitare l’aggravarsi del quadro clinico e favorire le sovra-infezioni batteriche e/o fungine causate dallo sfregamento o grattamento della cute.
A tal scopo si può intervenire in fase acuta con l'applicazione di prodotti topici a base di vitamina “E” che sono in grado di bloccare l’infiammazione attraverso l’attività antiossidante (effetto cortison-like). L’integrazione orale di vitamina “E”, soprattutto quella eseguita con prodotti contenenti alte concentrazioni di tocotrienoli (la parte più attiva della vitamina E), può aiutare nel mantenimento dell’elasticità e idratazione della cute e dell’integrità della barriera cutanea.
Nei casi più severi può essere indicato l’utilizzo di farmaci etici (prescritti dal medico) come gli steroidi topici (cortisone) a bassa concentrazione per 4-5 giorni con l’aggiunta, in caso di necessità, di un antistaminico orale. Gli steroidi topici dovrebbero comunque essere utilizzati con cautela, in zone della cute così delicate, poiché se applicati troppo a lungo potrebbero favorire l’insorgenza di un glaucoma, dell’acne o causare un eccessivo assottigliamento della pelle.
I farmaci sistemici a base di corticosteroidi sono da impiegare, esclusivamente sotto controllo medico, solo in caso di sintomi più gravi, in quanto possono causare maggiori effetti collaterali quali ipertensione, diabete e osteoporosi.
I vaccini contro gli allergeni (trattamenti desensibilizzanti) possono essere utili nel lungo termine.
Si può ricorrere all’utilizzo degli inibitori della calcineurina, in caso di forme persistenti. Questi farmaci sono utilizzati, in forma topica (crema) o sistemica (per os), anche per il trattamento di disturbi infiammatori come la psoriasi e la dermatite atopica e devono essere utilizzati sotto stretto controllo del medico in quanto sono in grado di sopprimere le difese immunitarie.
Per tutti i tipi di dermatite palpebrale è consigliato mantenere la zona degli occhi pulita attraverso l’utilizzo di detergenti specifici delicati che rispettano la fisiologia della pelle delicata.
Vanno identificate ed eliminate le sostanze irritanti e allergizzanti, possibili cause delle riacutizzazioni.

L'INFIAMMAZIONE DELLE MUCOSE

CHE COS'È L'INFIAMMAZIONE DELLE MUCOSE

Anzitutto possiamo definire mucose tutte le aree della pelle in corrispondenza degli orifizi dove la cute crea continuità con esse formando uno strato senza interruzioni. Il passaggio tra cute e mucose non è netto, ma graduale formando zone definite pseudo-mucose o semi-mucose. Possiamo quindi definire le alterazioni della fisiologia delle suddette zone, di cui fanno parte la bocca, l’interno del naso e le zone ano-genitali, come “infiammazioni delle mucose”. Queste, principalmente, possono essere a carico della bocca (mucositi orali) o delle zone ano-genitali dell’uomo e della donna (Lichen scleroatrofico).

Le mucositi orali o stomatiti, si presentano come un assottigliamento dell’epitelio della mucosa associato a intenso rossore (eritema), ferite (ulcere), dolore e sanguinamento a seconda del grado di severità. Ovviamente nelle condizioni più severe aumenta anche il rischio di contrarre infezioni. Le persone colpite possono lamentare bruciore, sanguinamento del cavo orale e dolore, talvolta fino all’incapacità di alimentarsi, deglutire e perfino di parlare.

Nel caso del Lichen scleroatrofico (Lichen sclerosus), esso si manifesta come infiammazione cronico-recidivante, con formazioni di macchie o di placche, sulla cute e sulle mucose genitali, clinicamente si osserva la perdita di elasticità delle zone coinvolte, a causa del processo di sclerosi e/o atrofia dei tessuti.
Colpisce prevalentemente le donne (98% dei casi) in età post-menopausa con un’età di esordio tra i 50-60 anni; solo una piccola percentuale (7-15% dei casi) si manifesta in età prepuberale. Negli uomini (85% dei casi) invece, l’esordio è più precoce; infatti le manifestazioni cliniche insorgono tra i 30 e i 49 anni ed in età prepuberale intorno ai 7 anni.
Per la sua elevata incidenza (circa il 25% delle osservazioni nei centri di patologia vulvare) e per le importanti ripercussioni funzionali è causa di invalidità soprattutto per la popolazione femminile.

QUALI SONO LE CAUSE

Data la presenza di un’importante flora batterica nel cavo orale, condizioni che portano alla diminuzione delle difese immunitarie possono favorire la proliferazione di batteri, virus o miceti causando le mucositi orali (stomatiti). Inoltre, possono essere causa della malattia diversi fattori:

contatto con sostanze irritanti (chimiche o fisiche) o con allergeni
carenze nutrizionali, disturbi del sistema endocrino (possono diminuire le difese immunitarie)
scarsa igiene orale
alterata composizione della saliva
malattie infettive
alterazioni metaboliche.

Un’altra importante causa delle mucositi orali è rappresentata dai trattamenti chemioterapici o radioterapici che oltre a distruggere le cellule tumorali (effetto terapeutico voluto) possono danneggiare parzialmente i tessuti più delicati ed esposti.

Nel caso del Lichen Scleroatrofico, invece la causa è tuttora sconosciuta, ma sono state formulate varie ipotesi:

autoimmune
genetica
infettiva.

Una delle teorie più accreditate è che alla base di questa malattia ci sia un meccanismo autoimmunitario in quanto spesso correlata ad altre malattie autoimmuni come il diabete, tiroiditi, ecc.
Nella gran parte dei casi l’evoluzione della malattia presenta un esito favorevole se viene diagnosticata precocemente.

COME PREVENIRE L'INFIAMMAZIONE DELLE MUCOSE

Come evidenziato, i fattori che predispongono l'insorgenza delle stomatiti sono diversi e molteplici. Quindi tutti comportamenti che possono limitare o eliminare i principali fattori rischi possono essere considerati preventivi:

mantenere una costante ed efficace igiene orale
evitare diete drastiche e sbilanciate che possano mettere l’organismo a rischio di carenze nutrizionali
supplementare con cicli di terapia a base di integratori orali specifici
tenere sotto controllo le malattie che possono essere causa di stomatiti (ad es. diabete)
evitare traumatismi del cavo orale sia fisici che chimici (uso di sostanze detergenti aggressive, di alimenti irritanti o di dispositivi per la pulizia dei denti inadeguati)
mantenere regolarmente in buona salute i denti con l’aiuto dello specialista
trattare tempestivamente eventuali lesioni in formazione con gel idonei per la mucosa orale.

In caso di terapie chemioterapiche e radioterapiche, seguire scrupolosamente i protocolli dettati dagli specialisti o dagli infermieri.

Per quanto riguarda il Lichen Scleroatrofico non essendoci una causa certa, ma solo delle ipotesi, non esiste una vera e propria prevenzione se non il seguire attentamente i suggerimenti dello specialista che segue il paziente (Dermatologo-Uroandrologo-Ginecologo).
Una buona igiene delle zone interessate e l’utilizzo di topici a base di vitamina “E” per mantenere sotto controllo l’infiammazione, la fisiologica elasticità e le caratteristiche di barriera delle mucose genitali maschili e femminili, possono contribuire ad evitare gli episodi di riacutizzazione, trattandosi di una patologia a carattere cronico.
Anche l’uso di cicli di terapia con integratori a base di vitamina “E”, soprattutto quella eseguita con prodotti contenenti alte concentrazioni di Tocotrienoli (la parte più attiva della vitamina E), può aiutare nel mantenimento dell’elasticità, idratazione e dell’integrità della barriera delle mucose.

LA DIAGNOSI

Vista la variabilità delle forme della severità dei sintomi e delle differenze di terapie attuabili tra uomini, donne e bambini sarà sempre utile procedere attraverso visita medica specialistica, poiché tanto nelle “mucositi del cavo orale” quanto nel Lichen scleroatrofico le manifestazioni cliniche possono essere considerate come conseguenze di patologie organiche che le hanno provocate.
In linea generale, il medico indicherà il percorso diagnostico più idoneo a stabilire la causa, ove sia possibile, e la severità della patologia ed instaurerà il percorso terapeutico migliore per ogni singolo caso.
Sicuramente un intervento precoce migliorerà il decorso e l’esito di queste patologie infiammatorie, pertanto, non appena si venisse a notare un’alterazione di qualsiasi mucosa e in presenza di sintomatologia fastidiosa, la cosa migliore sarebbe richiedere una visita allo specialista in tempi brevi.

IL TRATTAMENTO

Nelle mucositi del cavo orale il trattamento si basa sulla terapia di supporto volta al controllo dei sintomi, alla prevenzione delle complicanze e alla promozione della guarigione.
Misure di igiene orale intensificata, crioterapia, protettori della mucosa, analgesici topici o sistemici sono utilizzati con risultati variabili.
La mucosite orale viene trattata, generalmente, con:

farmaci antisettici, utili per disinfettare la cavità orale
integratori orali a base di vitamina “E” , che possono aiutare nel mantenimento dell’elasticità, idratazione e dell’integrità della barriera delle mucose
antibiotici, antimicotici o antivirali, in caso di infezione, previo consiglio del medico
antidolorifici, per alleviare la sensazione di dolore correlata alla presenza della lesione.

Mentre localmente con:

farmaci corticosteroidei limitati nel tempo a causa degli effetti indesiderati
topici a base di vitamina “E” per mantenere sotto controllo l’infiammazione nel lungo periodo
collutori antisettici (contenenti corticosteroidi, antibatterici,antisettici, antistaminici)
anestetici
medicamenti protettivi o di barriera
cauterizzazione fisica o chimica.

Risulta anche utile adottare in maniera precoce alcuni accorgimenti:

evitare, se note, tutte le sostanze che causano la mucosite orale (farmaci, alimenti, sostanze o allergeni)
una meticolosa igiene orale può aiutare a prevenire un'infezione secondaria
sospendere l'uso di alcol, caffè e tabacco.

In ultimo, il trattamento delle mucositi orali secondario alla chemio/radioterapia si pone diversi obiettivi.

Protocolli di cura orale: eliminazione focolai infettivi, revisione protesi rimovibili incongrue, corretta Igiene Orale.
Riduzione citotossicità: crioterapia durante l’infusione/l’irradiazione.
Agenti topici: soluzioni neutre, antisettiche e senza alcool.
Agenti immunomodulanti: fattori stimolanti granulociti macrofagi.
Antibatterici, Antimicotici, Antivirali: clotrimazolo, nistatina, acyclovir.
Citoprotettori: Betacarotene, Vitamina “E” sia orale che topica o associata, Pentossifillina.
Barriera della mucosa: preparati topici che proteggono meccanicamente la mucosa aderendo ad essa e formando un film.

Nel Lichen Scleroatrofico la corretta terapia deve ottenere i seguenti obiettivi:

la riduzione sintomatologica (dolore, bruciore, infiammazione, prurito)
il ripristino di un’attività sessuale appagante
la riduzione delle possibili complicanze
il miglioramento dell’aspetto clinico (macchie, distrofia, elasticità dei tessuti)

La terapia può essere quasi sempre topica, orale oppure chirurgica nei casi di progressione della malattia, nell’insuccesso della terapia medica o nei casi di ritardo della diagnosi in pazienti trascurati e non trattati.
La terapia medica per entrambi i sessi, tanto negli adulti come nei bambini, comprende:

cortisonici (corticosteroidi) topici per ridurre l’infiammazione, con buoni o ottimi risultati sui sintomi, sulla obiettività e sulla riduzione delle conseguenze funzionali della malattia. Utilizzabili però, per brevi periodi di tempo a causa degli effetti collaterali (atrofia e possibili sovra-infezioni)
supporti lenitivi, idratanti e debolmente antinfiammatori, che hanno evidenti vantaggi per i pazienti poiché sono in grado di limitare la secchezza, di lubrificare, di ridurre il dolore nell’atto sessuale e possono essere applicati anche giornalmente
l’uso topico della vitamina “E” in lipogel, che si è rivelato estremamente utile nel contrastare l’atrofia cutanea, permettendo inoltre la riduzione dei dosaggi dei cortisonici.
anche l’uso di cicli di terapia con integratori a base di vitamina “E”, soprattutto quella eseguita con prodotti contenenti alte concentrazioni di Tocotrienoli (la parte più attiva della vitamina E), può aiutare nel mantenimento dell’elasticità, idratazione e dell’integrità della barriera della mucosa genitale.

È sempre consigliato non interrompere il rapporto periodico con lo specialista in quanto vanno tenute sotto controllo eventuali complicanze, anche severe, del Lichen e nel caso di peggioramenti sarà sempre lo specialista a suggerire la più adeguata e corretta terapia chirurgica qualora quella medica non sia più in grado di garantire il successo terapeutico.
In ultimo pazienti dovranno acquistare, sotto la guida dello specialista, dimestichezza con le lesioni, saperle riconoscere e saper applicare correttamente la terapia topica.